Poldark – Recensione 3×09 – Episode Nine [Season Finale]

“What is it you believe?”
“That belief is a beautiful thing”

In questo breve dialogo fra Ross e George, due uomini che si ritrovano quasi per caso sulla spiaggia, due uomini sempre in guerra e diversi come il giorno e la notte ma quì più simili di quanto potranno mai ammettere, si trova il fulcro di questo ultimo episodio.
E’ bello credere. Di avere una moglie innamorata, un bambino bello e sano, una carriera brillante dove tutti ti ammirano ed è bello anche credere di essere sempre nel giusto e che quello che è tuo lo sarà per sempre, perché te lo sei conquistato e ciò non cambierà più, nemmeno se non ti impegni per mantenerlo. Sì, è bello credere perché nell’illusione ci si sente al sicuro da tutto.
Ross e George sono due facce della stessa medaglia in questo frangente. Il primo, onesto, gran lavoratore, a volte testa calda ma dal cuore d’oro che si adopera sempre per tutti, ma che da per scontato che avere una moglie, averla sposata ed essere riuscito già una volta a fermarla prima che se ne andasse per sempre a causa dei suoi errori, fosse già di per se garanzia per una vita matrimoniale lunga e senza scossoni, che non può essere scalfita nemmeno da un giovane romantico e innamorato che fa la corte alla propria donna o dai suoi comportamenti scostanti (e a volte arroganti). Il secondo, convinto che coi soldi ci si possa concedere ogni cosa o comportamento e si possa avere tutto, successo e amore, e che invece si trova ad essere in bilico in un perenne e tormentato dubbio: quello di essere sempre il secondo arrivato, la seconda scelta, quello che sta vivendo una vita matrimoniale fondata su una menzogna perché per l’ennesima volta qualcuno è arrivato prima di lui. Due persone che, nella loro arroganza, pur essendo profondamente diversi i motivi che li spingono ad agire, stanno pagando sulla loro pelle i loro errori. La battuta di Ross puo’ sembrare, ad una prima visione, una presa per i fondelli ai danni di George. Ma basta guardare il viso del nostro capitano per capire quanto, invece, amaramente la dedichi soprattutto a se stesso.

Ross è sempre stato impulsivo, nel bene e nel male. Ma dietro ai suoi errori o al suo sapere essere l’eroe della situazione, c’è sempre stata una grande donna che lo ha supportato e sorretto in ogni sua decisione e che gli è rimasta accanto anche dopo il più truce dei tradimenti. E’ sempre stato così, ogni volta che tornava a casa, Ross trovava Demelza pronta a riaccoglierlo. Stavolta il vento è cambiato e l’arroganza di Ross ha subìto un duro colpo quando, tornando a Nampara, non ha trovato Demelza. Si aspettava il contrario dopo il loro tormentato dialogo al porto dove in pratica Demelza gli ha detto di viversi la sua vita e che lei avrebbe fatto altrettanto? Si aspettava di nuovo che due paroline dolci potessero risolvere l’ennesimo disastro da lui generato? Stavolta non è stato così.
Demelza è una donna che ama profondamente suo marito ma che sta attraversando un momento particolare dove un altro uomo si è affacciato nella sua vita, un uomo che la adora, che la vezzeggia e che la loda come fosse una dea, tutte cose che lei non ha mai provato. E che la fa tentennare e desiderare per un giorno di essere un’altra e poter ricambiare quei sentimenti. Ma resiste a questa passione, per amore di Ross e della famiglia che con lui ha creato. Finché non scopre le menzogne del marito, lei resta la fedele moglie di sempre. Ma scoprire che quelle bugie riguardano ancora Ross con Elizabeth, le fa crollare il mondo addosso. Elizabeth, ancora Elizabeth. Con Ross… È una donna e moglie che scopre che il marito le ha nascosto qualcosa su di lui e sulla donna con cui l’ha tradita, le sta mentendo, arriva alla conclusione più ovvia: che la tradisca ancora, nonostante le promesse e la disperata dichiarazione d’amore di Ross della scorsa stagione. E a quel punto cede, non per vendetta, non perché vuole farla pagare a Ross. Cede perché in fondo non vede via d’uscita, si sente tradita e presa in giro di nuovo, cede per pietà a un ragazzo malato, cede per la tenerezza che Hugh sa inspirare al suo cuore. Cede perché è affamata d’amore e Hugh è lì a offrirglielo senza chiedere nulla in cambio se non un attimo per loro. Anche Hugh e Demelza sono simili in questo momento, lui divorato dalla paura della malattia e lei logorata dalla convinzione che il suo matrimonio sia finito e che abbia lottato a lungo per nulla.
Eppure, dopo quel momento dolce con Hugh rubato al suo matrimonio, pur ferita e quasi sotto shock, pur ponderando se tornare o meno, Demelza segue il suo cuore che la riporta a Nampara, da suo marito e dai suoi bimbi, nell’unico posto che per lei è casa. Non ha idea di cosa l’aspetterà e nemmeno delle conseguenze di quanto successo con Hugh, ma coraggiosamente torna.

La scena finale fra Demelza e Ross è fatta di poche parole ma di tanti sguardi e silenzi che valgono più di mille parole. Ross se la stringe a se, rinunciando a chiederle qualsiasi cosa, e benché sapesse con chi lei fosse e forse intuisca cosa può essere successo, la abbraccia teneramente perché ha il terrore di lasciarsela scivolare dalle mani. E Demelza affonda il viso nel suo petto, si stringe a lui, terrorizzata come il marito di perdersi e di perdere ogni cosa. Si amano e su questo non si discute. E sanno che non vogliono perdersi e ora, nel silenzio della loro stanza, l’una fra le braccia dell’altro, affronteranno i loro demoni e insieme tenteranno di sconfiggerli perché sanno che per loro non sarebbe vita se si perdessero. Si stringono, entrambi consapevoli dei loro errori e stavolta lo è pure Ross, pienamente (forse per sicurezza, se Demelza tardava un altro po’, Ross magari mentre osservava il soffitto, ci pensava ancora di più).

Anche a Trenwith si arriva a sciogliere tutti i nodi che tenevano in sospeso il matrimonio fra Elizabeth e George. Elizabeth è sempre stata la bambolina-soprammobile che ammiccava e diceva sì quasi a comando. Ora prende in mano la sua vita, affronta il marito a muso duro e lo fa giurando il falso sulla Bibbia. Non importa che questo gesto sia stato concepito da un suggerimento di Ross, la cosa importante è che abbia avuto il coraggio di farlo e di portare a termine la menzogna fino in fondo per tutelare suo figlio. Perché è quello che farebbe ogni madre. E raggiunge (non sappiamo per quanto) il suo scopo, riuscendo addirittura a far piangere George che le chiede scusa per aver dubitato (anima candida lui, in quel momento mi ha fatto un po’ pena) e regalando a noi uno squarcio più umano e vulnerabile di questo personaggio.

Altra madre, altri fronti. Morwenna si ritrova a dover affrontare con disperazione Ossie che, dopo essere stato raggirato dalla piccola e sveglia Rowella che ha trovato il modo di sistemarsi con un buon conguaglio sulle sue prestazioni col cognato, vuole riprendere ad avere rapporti con lei. Si difende Morwenna, usando il figlio come mezzo di ricatto. Mi ha fatto molto male questa scena. Se a Trenwith una madre mente per il bene del figlio, qui il figlio lo si usa per tutelare se stessa. Certo, Morwenna non potrebbe mai far del male al suo bambino, vittima quanto lei del mostro che è loro marito e padre, però mi ha fatto comunque effetto sentire quelle parole uscire da un personaggio tanto dolce e bisognoso d’amore.

La terza serie si conclude in maniera tragica e piena di incognite per tutti (eccetto Dwight e Caroline che sono per ora l’unica isola felice, finché dura). E nella prossima stagione, che vorrei arrivasse prima di subito, Demelza, Ross, George ed Elizabeth (ma che tutti gli altri), arriveranno alla resa dei conti coi loro errori, dubbi, menzogne e decisioni da prendere. Sarà doloroso e solo il vero amore potrà sopravvivere alle prove che attenderanno tutti loro, mentre per gli altri arriverà, implacabile, il conto da pagare col proprio destino.

Nel salutarvi e nel darvi appuntamento alla prossima stagione, vi invito a passare dalle splendide pagine di Poldark Italia, Gabriella Wilde Italia, Eleanor Tomlinson Daily e Ross e Demelza Poldark Italia

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